"Spazio intermedio. Fotografie di Pasquale Palmieri"

Pasquale Palmieri

Mostra fotografica
Inaugurazione venerdì 24 gennaio, ore 18.00

Ombrelli stampa ok

Sulla mostra
Venerdì 24 gennaio alle ore 18.00 si inaugura a Barco Teatro la prima mostra della stagione 2025, dedicata al lavoro del fotografo Pasquale Palmieri.
L’esposizione presenterà un corpus di opere tratte dagli ultimi lavori del fotografo e architetto beneventano insieme ad alcuni scatti meno recenti, nell’insieme accumunati da una narratività volutamente evocativa e transitoria.
Realizzate su pellicola, le immagini esposte si concentrano per lo più sulla presenza umana e sul suo rapporto con le dimensioni dello spazio e del tempo. Alcune di esse, inoltre, sono tratte dai lavori cinematografici di Mimmo Paladino “Quijote” (2006) e “La divina cometa” (2022), a testimonianza del rapporto professionale che lega da lungo tempo i due artisti di origine campana.

La mostra verrà inaugurata in presenza dell'autore e con una presentazione a cura della storica dell'arte Elisabetta Vanzelli.

Alla presentazione seguirà la proiezione del film di Mimmo Paladino La divina cometa.

La mostra rimarrà visibile esclusivamente durante gli appuntamenti della stagione di spettacoli ed eventi sino a febbraio 2025.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria (compilando il form in calce alla pagina), fino ad esurimento dei posti a disposizione.

I limiti del visibile
“Fotografare vuol dire a volte rimanere impietriti sulla soglia di una stanza, e da lì osservare cosa c’è dentro e cosa è rimasto fuori. La Fotografia narra l’esperienza sul divenire delle cose. È una sorta di profetica trasfigurazione delle cose, un segno di cosa sta per accadere.
Ho avuto bisogno, sin dall’adolescenza, della fotografia per isolare frazioni di tempo, frammenti di realtà, per comprenderne il senso. Così ho ricominciato ad usare molto più spesso il vecchio rullino, soprattutto di medio formato. Più che della maggiore plasticità sentivo la mancanza della riflessione, dell’attesa, dell’immersione, del tempo trascorso fra una foto e l’altra ad osservare e a capire il luogo o le persone. O magari del tempo trascorso senza nemmeno scattare una foto, conservando nella memoria la visione latente di ciò che è accaduto. E poi avevo nostalgia di un altro tempo, quello che trascorre dallo scatto alla visione del risultato, tempo in cui ripasso e riassaporo tutte le foto che ho scattato, piacere che l’ingordigia digitale mi aveva fatto dimenticare.
È un modo per osservare e a capire i luoghi e le persone, per raccontare il mondo per immagini secondo la propria realtà, per fare affiorare la bellezza dal buio.”
Pasquale Palmieri